Il caso Alvise di Robilant "Una storia misteriosa che parla di personaggi antichi", che si svolge a Firenze il 16 gennaio del 1957. Il conte Alvise di Robilant si trova in casa sua, in un elegante appartamento in via della Vigna Nuova: qui viene ucciso, con un'arma che l'ha colpito in testa dieci volte fino a fracassargli il cranio.
Il caso Francesca Alinovi Francesca Alinovi era una critica d'arte bolognese, assassinata nel suo appartamento in via del Riccio il 12 giugno 1983. Carlo Lucarelli spiega che per questo delitto è stato già individuato un colpevole, ma l'accaduto cela ancora alcuni misteri insoluti.
Il caso dei Pesciolini Rossi - Massimiliano Iorio Max Iorio era un impiegato modello del comune di Rimini: la sua è la storia di una persona tranquilla, travolta da un destino del tutto inaspettato. Una persona colta, sensibile, trafitto da 6 coltellate il 19 marzo 1997 nel suo appartamento.
Il caso Antonella Falcidia Antonella Falcidia era una docente universitaria, trovata morta nel suo appartamento a Catania il 4 dicembre del 1993, uccisa da 23 coltellate. I primi sospetti erano ricaduti sul marito, Enzo Morici, col quale i rapporti negli ultimi tempi si erano andati deteriorando, ma questi aveva un alibi perfetto. Il giovane PM Salvatore Faro ha preso spunto proprio da un saggio di Lucarelli per disporre nuove indagini.
Il caso Nada Cella Chiavari, provincia di Genova: in un palazzo per bene in cui "le porte non si sbattono per principio" un tonfo sconvolge la quiete del luogo. Sono le 09:01 del 6 maggio 1996 e Nada Cella, 24enne impiegata nello studio di un commercialista, viene uccisa con quindici colpi, cinque dei quali inferti sul cranio.
Il caso degli Uomini d'Oro - Giuliano Guerzoni ed Enrico Ughini Giuliano Guerzoni ed Enrico Ughini erano due degli "Uomini d'oro", la banda che eseguì un colpo alle Poste di Torino il 26 giugno 1992. Durante il colpo vennero trafugati due miliardi e mezzo di lire e i due persero la vita, probabilmente assassinati dagli stessi complici...
Il caso Alessandra Vanni Siena 22 è la sigla del taxi, appartenente alla cooperativa dei tassisti di Siena, che guidava Alessandra Vanni, una giovane ventinovenne. Il 9 agosto 1997 un signore di Castellina è arrivato allo spiazzo dove sostava il taxi per buttare due materassi e ha trovato Alessandra misteriosamente uccisa dentro la macchina, abbandonata di fronte ad un cumulo di rifiuti.
Il caso Laura Bigoni Laura Bigoni era un'addetta alle pulizie del comune di Milano, dove viveva insieme con i genitori. La ventitreenne aveva una relazione tormentata con un giovane elettricista, finita drammaticamente dopo la scoperta del tradimento di lui. I genitori invitano Laura ad andare a vivere da loro per qualche tempo, ma questa distanza forzata non fa desistere Jimmy dall'andarla a trovare ogni giorno...
Lea Polvani, una giovane studentessa del Dams, è scomparsa sotto casa sua a Casalecchio di Reno il 29 novembre 1983. Quattro giorni dopo è stato ritrovato il suo corpo senza vita nella grotta del colle della Croara a San Lazzaro. L'assassino di Lea non è mai stato individuato.
Luigia "Antonella" Borrelli è stata uccisa il 6 settembre 1995 a Genova. La donna, prostituta quarantaduenne, è stata trovata dai carabinieri a seguito della chiamata di un'ex prostituta, proprietaria del basso in cui si trovava Antonella. Il delitto è tuttora un mistero insoluto.
Carlo Lucarelli affronta un altro caso irrisolto, quello del dell'omicidio di Simonetta Ferrero. La ragazza, uccisa nell'Università Cattolica di Milano il 24 luglio 1971 con 33 coltellate, proveniva da una famiglia benestante e si era laureata in scienze politiche in quell'ateneo.
Il 7 gennaio 1987 a Cittiglio, in provincia di Varese, è stata brutalmente uccisa la ventunenne Lidia Macchi dopo essere stata violentata. La ragazza era andata a trovare un'amica ricoverata in ospedale e non ha fatto più ritorno in casa.
Firenze, libreria Manuelli, 24 marzo 1995: il sessantacinquenne Gianfranco Cuccuini, nonostante sia in pensione, si reca al lavoro nella libreria Manuelli per sostituire la padrona. Alle 8:30 viene visto con una persona di spalle e solo un quarto d'ora dopo Don Sergio, passato per prendere le ostie, scopre il corpo di Cuccuini deturpato da 27 coltellate.
L'ottantenne Coltilde Fossati è l'ultima abitante di un edificio desolato rilevato da una finanziaria: si rifiuta di lasciare casa sua, fa sprangare le finestre e non dimentica mai di chiudere a chiave la doppia porta. Un giorno, forse rassegnata all'idea di dover lasciare l'appartamento, prende appuntamento per visitarne uno poco distante, ma a quell'appuntamento non si recherà mai. Tilde viene trovata riversa sul pavimento l'11 giugno 1988.
Duilio Saggia Civitelli fu ucciso con una colpo di pistola alla testa nel 1995 al binario 10 della stazione Ostiense. Le piste seguite furono quella passionale e l'ipotesi dell'usura, ma dopo tre anni di inchieste il caso fu archiviato.
Elisa Marafini e Patrizio Bovi erano due fidanzati di diciassette e ventitré anni. Furono trovati barbaramente uccisi con un totale di 170 coltellate nell'appartamento di lui a Cori (LT) il 9 marzo 1997.
Il Professor Massimo Vichi insegnava economia e diritto in un Istituto tecnico di Aosta, aveva 47 anni, una moglie e una bambina di 7 anni. È stato assassinato con 8 coltellate in un agguato sulle scale della propria abitazione. Il colpevole non è mai stato individuato.
Il 15 luglio 1993 è stata uccisa a Todi Mara Calisti, a 36 anni. Mara era sola in casa con suo padre ed è stata accoltellata in camera sua. Si è poi trascinata dal padre e, prima di cadere a terra si è rivolta al genitore: "Babbo, guarda cosa mi hanno fatto".
La famiglia Santangelo, composta da Domenico Santangelo, sua moglie Gemma Cenname e la figlia di lui Angela Santangelo, è stata uccisa nell'abitazione a Fuorigrotta la notte tra giovedì 30 e venerdì 31 ottobre 1975. Non fu risparmiato neppure il loro cane, soffocato con una coperta. Le indagini, più volte riaperte, sono state di volta in volta nuovamente archiviate.
Maria Luisa ha 28 anni e il 16 agosto 1990 decide di andare a fare una passeggiata in montagna, nel Trevigiano. L'indomani un gruppo di escursionisti ha trovato il corpo della ragazza, nudo dalla vita in giù, con un adesivo nero sulla bocca e un foro di proiettile sulla tempia.
Una donna tutta sola Non più giovane, non bella, un caratteraccio. Ma era tutta qui Antonella Di Veroli, 47 anni, una vita equamente divisa tra casa e lavoro? No, non era solo questo. Gran lavoratrice, appassionata del suo mestiere di commercialista e consulente del lavoro; un carattere duro ma solo in superficie; una fermezza e - forse - un'arroganza di facciata, a proteggere le fragilità di una donna sola con n cuore ancora di ragazza, tutto teso alla ricerca di un equilibrio affettivo: un amore, una famiglia. Un desiderio, una speranza un'esigenza destinati a non compiersi mai perché il destino le riserva una fine tragica. La ritroveranno proprio dentro casa sua, sigillata in un armadio a muro, uccisa con due colpi di pistola.
Il 16 novembre 1994, a Vicenza, Stevanin caricò nella sua Volvo 240 Station wagon una prostituta di nome Gabriele Musger, le offrì dei soldi per avere rapporti sessuali e per poterle scattare delle foto. Dopo alcune ore di giochi sessuali estremi la prostituta tentò la fuga attraverso la finestra di un bagno e in seguito rifiutò di farsi scattare altre foto e per questo venne minacciata da Stevanin con un coltello. Per avere salva la vita, offrì a Gianfranco tutti i suoi risparmi (circa 25 milioni di lire) se l'avesse lasciata andare, e il maniaco accettò; il denaro però si trovava a casa della Musger e quindi i due salirono in auto per andare a prenderlo. Al casello di Vicenza Ovest Stevanin fermò la macchina per pagare il pedaggio, in quel momento la prostituta riuscì a scendere dalla macchina per andare verso una volante della polizia e denunciare il suo cliente per violenza sessuale. La polizia arrestò Stevanin per violenza sessuale, estorsione, e possesso di una pistola giocattolo priva del regolare tappo rosso. In seguito a questo episodio, fu condannato a 2 anni e sei mesi di carcere.
Al quarto piano di un palazzo un bimbo piange disperatamente. La sua baby sitter, Anna Laura, 21 anni e un sorriso dolcissimo, non può sentirlo. È riversa sul tavolino del salotto, qualcuno l’ha strangolata con un mezzo metro di nastro telato....
Bolzano, 17 febbraio 1997. Christian Waldner, consigliere regionale ed ex giovane promessa della Suedtiroler Volkspartei, giace supino sul pavimento del suo studiolo dietro la reception del residence dove vive e lavora. A stenderlo sono stati 5 colpi di fucile calibro 22. Chi l’ha ucciso e perche’? C’e’ un movente politico o va cercata altrove la ragione di questa morte? Peter Paul Rainer, amico fraterno e compagno di tante battaglie ideologiche confessa; ma poi ritratta e le indagini ripartono da zero. Fino ad un nuovo colpo di scena.
Floride Cesaretti, portiera di un pensionato universitario di Urbino, viene trovata morta dissanguata la mattina del 28 novembre 1999.
17 novembre 1998: Assunta Marsala, detta "Susy", scompare a Siracusa. Due mesi dopo il corpo, nudo e senza vita, viene ritrovato in un campo.
Cosenza 26 luglio 1988. E’ piena estate, una ragazza corre in motorino verso il mare. Ma il suo destino l’aspetta ad un bivio: sbaglia una svolta e sparisce nel nulla. La ritroveranno violata e barbaramente assassinata, in una scarpata a pochi metri da quella strada che doveva portarla al mare.
I fatti criminosi si svolsero ad Alleghe, in provincia di Belluno, in un arco temporale che va dal 1933 al 1958. Emma De Ventura, cameriera diciannovenne dell'Albergo Centrale di Alleghe, di proprietà di Fiore Da Tos, fu trovata morta nella propria camera da letto il 9 maggio 1933. Per il medico condotto si tratta di suicidio. Ma è un suicidio strano: il corpo della ragazza presenta un profondo taglio alla gola, è steso sul pavimento e il rasoio che avrebbe usato per ammazzarsi è riposto ordinatamente sul comodino, lontano qualche metro. La mattina del 4 dicembre del medesimo 1933, due ragazzini scorsero il cadavere di Carolina Finazzer, moglie di Aldo Da Tos, il figlio del proprietario dell'Albergo, nel lago del paese. La versione ufficiale fornita dalla famiglia Da Tos vuole che la giovane donna, presa da un raptus di sonnambulismo, si sia annegata per sbaglio. Ma in paese si mormora ben altro. In una notte del 1946, i coniugi Luigi Del Monego e Luigia De Toni, detta "la balena", vengono freddati mentre tornano a casa dopo una festa. Qualcuno volle sapere la verità sui misfatti avvenuti ad Alleghe: si congettura che i 4 omicidi siano collegati e opera della stessa mano, ma nessuno trova il coraggio di indagare.
E’ il 2 febbraio 1998 quando l’avvocato Vincenzo Mosa viene ucciso. Era appena rientrato a casa quando qualcuno dietro una siepe gli sparò un unico colpo di arma da fuoco alla schiena. L’omicidio fu e resta un vero rompicapo. L’avvocato Mosa era impegnato nella lotta all’usura e più volte il suo assassinio fu ricondotto agli ambienti degli usurai. Un altra pista molto battuta fu quella passionale. La moglie di Vincenzo Mosa aveva infatti un amante e per parecchio tempo i sospetti si concentrarono proprio su di lui.
Siamo a maggio del 1996 quando il cadavere di una giovane donna emerse dalle fredde acque del fiume Chiese vicino a Brescia. La scoperta fu stata fatta a Collo di Vobarno, un paesino ai piedi della Valsabbia, a pochi chilometri dal lago di Garda. A scoprire per primo il corpo senza vita sulla sabbia fu un pescatore. La giovane ragazza aveva addosso dei fuseaux bianchi una camicetta e delle scarpe da tennis. I capelli erano raccolti in piccole trecce mantenute da perline colorate. Il corpo fu identificato in qullo di una ballerina e stellina di film porno, Agata Bornino.
Roberto Klinger era un medico eclettico: luminare di diabetologia della clinica Humanitas, pittore per diletto, consulente della grande Inter di Facchetti e di Helenio Herrera. Amato dai pazienti. Tranne uno: l’uomo che lo aspettò quel mattino sotto casa e, mentre il professore entrava nella Panda – lasciata sul marciapiede per rituale del lavaggio strade del giovedì – gli sparò addosso tre colpi di pistola.
Era il 27 agosto del 1998 quando intorno alle 7 del mattino tre colpi di pistola uccisero Luigi Bezzi, di 70 anni, detto ‘Ragù’, un pensionato con molto denaro investito in azioni, che trascorreva la sue giornate lungo l’argine del fiume a pescare. Un’auto si fermò vicino alla Fiat Uno bianca di Bezzi, scese un uomo che cominciò a parlare con il pensionato, la discussione si fece accesa, quando all’improvviso l’uomo tirò fuori una pistola e sparò all’uomo.
Le urla disperate di una donna, sgozzata dal suo assassino con 14 coltellate, si perdono oltre la finestra spalancata della camera da letto. E dall’arida periferia del rione Brancaccio, un brivido attraversa Palermo: non solo perchè Aurora Labruzzo, a 43 anni.
Ambizioso e determinato, Sindona scala, tra gli anni Sessanta e Settanta, i vertici della finanza internazionale. In rapporti con la mafia e la Loggia P2, tesse una rete di amicizie che spaziano dal mondo politico al Vaticano. Condannato per il crack delle sue banche, nel 1986 viene avvelenato nel supercarcere di Voghera, dove era sorvegliato giorno e notte. Come sia potuto accadere resta in mistero.
Graziella Campagna è stata una vittima della mafia. Svolgendo la professione di stiratrice in una lavanderia, un giorno trova un documento nella tasca della camicia di proprietà di un certo "Ingegner Cannata". Carlo Lucarelli ripercorre le ultime ore della ragazza, scomparsa in provincia di Messina, all'uscita dal lavoro e ritrovata cadavere il 12 dicembre 1985, in un forte abbandono.
Il 25 febbraio 1993, mentre le procure di Roma e Milano si contendono l'inchiesta sulla tangente Enimont, viene trovato il corpo senza vita di uno dei testimoni chiave: è Sergio Castellari, direttore del Ministero delle Partecipazioni Statali all'epoca della fusione tra Eni e Montedison. Si sarebbe suicidato per paura del carcere. E se non si fosse trattato di suicidio?
Il 22 luglio 1970, all'altezza di Gioia Tauro, a una trentina di chilometri da Reggio Calabria, il treno direttissimo Siracusa-Torino deraglia e si spezza. Il bilancio è tragico, con sei morti e settantasette feriti. Che cosa abbia provocato questo disastro rimane un mistero fino al 1993, quando si scopre che non si trattò di incidente, ma di un attentato dinamitardo.
Antonio Ammaturo, capo della Mobile di Napoli, viene ucciso da un commando delle Brigate Rosse il 15 luglio 1982. Nessuno dei suoi killer riuscirà mai a spiegare il motivo di quell’agguato. Il funzionario non indagava sul terrorismo, ma era un nemico giurato della Camorra. Sullo sfondo, la trattativa tra pezzi dello Stato e il boss Cutolo per il rilascio dell’assessore democristiano Ciro Cirillo sequestrato dalle BR.
Tra il 1987 e il 1994, la banda della Uno bianca terrorizza l'Emilia Romagna: sono 24 i delitti compiuti da questo gruppo di assassini senza scrupoli, animati da un assurdo e perverso compiacimento di uccidere. Il loro comportamento sembra pianificato ed è stato, per lungo tempo, agevolato da appoggi, coperture e depistaggi.
Fine conoscitore del mondo finanziario, Roberto Calvi crea un impero che si regge su un sistema complicatissimo di "amicizie", un meccanismo infernale dal quale viene stritolato. il 17 giugno 1982 Calvi viene ritrovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra. Dopo il primo processo, che dura solo un giorno, la Corte londinese conclude che si tratta di suicidio. A tutt'oggi, questa morte rimane un mistero.
Sequestrato nei pressi della sua abitazione, sotto gli occhi della figlia Franca, il giornalista Mauro De Mauro scompare nel nulla. Da quel lontano 16 settembre 1970 sono state battute molte piste, ma le indagini si sono concentrate soprattutto su tre filoni: la droga, la morte di Enrico Mattei, e il golpe Borghese. Quale sarà la verità.
Noto e rispettato all'interno di Cosa Nostra, anche per aver legato il suo nome alla strage di Capaci, Antonino Gioè viene catturato a Palermo nel marzo 1993. Nel luglio dello stesso anno si toglie la vita nel carcere romano di Rebibbia dove era stato rinchiuso. Un suicidio col quale vuole riscattare la sua vita criminale? O c'è dell'altro?
Un giovane ragazzo siciliano, idealista e romantico, il 2 settembre 1943 uccide l'appuntato Antonio Mancino e diventa per tutti il bandito Giuliano. Di lui è stato scritto moltissimo, la stampa lo ha esecrato e osannato. Ma chi era veramente Salvatore Giuliano? Molti sono i misteri legali al suo nome, compresa la sua morte, sulle cui modalità esistono ben 16 versioni diverse.
Il 27 giugno del 1980 un Dc-9 della compagnia Itavia precipita in mare tra Ponza e Ustica: 81 persone a bordo perdono la vita. Partono le indagini, si susseguono nel tempo processi, perizie e strane coincidenze: depistaggi, documenti occultati e reticenze nascondono per anni la verità su questa sciagura, che ancora oggi occupa le pagine di cronaca.
Un giallo irrisolto della storia italiana degli anni Cinquanta: la morte di Wilma Montesi, ritrovata priva di vita sul litorale della capitale a soli ventun anni. Chi era Wilma? Una fidanzata innamorata che stava per sposarsi? O invece una ragazza dalla doppia vita che trascorreva le notti nei "salotti corrotti" della Roma bene?
Due ragazzi, Antonino Agostino, poliziotto, ed Emanuele Piazza, ex poliziotto collaboratore del Sisde, pagano con la vita la dedizione al lavoro. Accade a Palermo tra l'agosto del 1989 e il marzo del 1990. Cosa aveva scoperto l'agente Agostino, freddato insieme alla moglie da due killer? E perchè i funzionari del Sisde aspettano 11 anni per ammettere che Piazza, scomparso nel nulla, era un collaboratore del servizio segreto civile?
Il 2 novembre 1975 i carabinieri ritrovano all'Idroscalo di Ostia il corpo martoriato di un uomo: si tratta di un personaggio famoso, Pier Paolo Pasolini. Nella notte precedente un giovane di nome Pino Pelosi ha già confessato di essere l'autore di quell'efferato crimine. Ma è stato veramente lui a uccidere il poeta? O forse sono stati altri che hanno voluto dare una "lezione" ad un omosessuale comunista?
il 2 agosto 1980 esplode alla stazione di Bologna un ordigno ad altissimo potenziale che causa 85 morti e circa 200 feriti. La strage, di matrice neofascista, è uno degli atti terroristici più gravi della storia d'Italia. Vengono condannati all'ergastolo, come esecutori della strage, Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Ma i mandanti chi sono?
Reggio Emilia. E' il giugno del 75. Il corpo di un ragazzo viene trovato in aperta campagna, ucciso da due colpi di pistola. E' Alceste Campanile, 22 anni, militante di Lotta Continua. Per anni si sono susseguite le ipotesi: pista rossa che coinvolge nomi eccellenti della sinistra extraparlamentare o pista nera che colpisce Campanile come avversario politico? Alla fine degli anni '90, il colpo di scena: un uomo legato a tanti altri misteri della storia italiana, si autoaccusa del delitto. Ma le sue confessioni appariranno poco credibili.
Per oltre dieci anni, il mostro di Firenze ha terrorizzato l'Italia. Ma il serial killer non era solo: aveva intorno a sé feroci e spietati compagni di sangue legati tra loro da segreti inconfessabili.
La storia di questi mostri e dei loro delitti è, ancora in parte, rimasta oscura. Chi li proteggeva e ordinava di compiere assurdi delitti e terribili mutilazioni? Magia, sesso e folle violenza erano gli unici moventi degli otto duplici omicidi?
Il Giornalista Beppe Alfano di Barcellona Pozzo di Gotto, un centro in provincia di Messina, viene ucciso misteriosamente la sera dell'8 gennaio 1993, mentre è seduto alla guida della sua Renault rossa, a qualche centinaio di metri da casa. Da tempo era convinto che prima o poi sarebbe stato ucciso perchè le sue indagini erano andate troppo oltre, avevano scoperto il cuore dell'illegalità di Barcellona, i traffici loschi, la massoneria e, soprattutto, la commistione tra mafia e istituzioni.
Dopo la morte del magistrato Giovanni Falcone, il 23 maggio 1992, Paolo Borsellino diviene capo della Procura Nazionale Antimafia. Borsellino si impegna a portare avanti le indagini del collega, ma sa di avere poco tempo a disposizione: ormai anche lui è nel mirino di Cosa Nostra. Perchè la mafia ha tanta fretta di eliminarlo?
La cattura di Nadia Desdemona Lioce, il 2 marzo 2003, riporta agli onori della cronaca le Brigate Rosse e costituisce lo spunto per un'accurata analisi di un periodo particolarmente buio della storia italiana per capire come nascono, negli anni Settanta, le Brigate Rosse e quale obiettivo perseguono, in un crescendo di violenza che raggiunge il culmine con il rapimento di Aldo Moro.
Nel corso degli anni Ottanta si intensificano le operazioni criminose delle Brigate Rosse, che prendono di mira politici, economisti e uomini delle forze dell'ordine. Queste ultime, dal canto loro, ottengono una serie di successi che portano all'arresto dei capi del movimento. Alla fine dell'88 questa drammatica storia sembra finalmente conclusa, ma purtroppo non è così: dieci anni dopo le nuove BR tornano a colpire.
Otto duplici delitti, compiuti tra il 1968 e il 1985, nelle campagne intorno a Firenze. Sedici giovani vite spezzate con inaudita violenza. Dopo anni e anni di indagini, sono emersi tre colpevoli: Pietro Pacciani, un pregiudicato violento e alcolizzato, e i suoi "compagni di merende" Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Ma molti misteri sono ancora insoluti.
11 giugno 1969. Si apre il Processo di Bari. In un susseguirsi di flashback, immagini di repertorio, storia presente e ipotesi future, Lucarelli, come in un film, ci conduce davanti a personaggi e situazioni: il giornalista Mario Francese e la sua uccisione, Totò Riina, Leoluca Bagarella e Bernardo Provenzano, Salvo Lima e Vito Ciancimino, il Sacco di Palermo, Francesca Morvillo e Ninetta Bagarella, La guerra dei Corleonesi, le morti di Boris Giuliano, Cesare Terranova, Pio La Torre, Rocco Chinnici e Carlo Alberto Dalla Chiesa, la strage di Ciaculli, la nascita del Pool antimafia, la stagione dei Pentiti, il maxiprocesso, le stragi di Capaci e di via D’Amelio, la reazione dello Stato e il 41 bis, la morte di don Pino Puglisi, fino a giungere alle relazioni tra Mafia e politica.
Negli anni Settanta e Ottanta il capoluogo lombardo non è solo il cuore dell'alta finanza, della moda e del design, ma è anche teatro di furti, rapine e omicidi. Diverse bande costituite da grossi calibri della malavita locale, e da delinquenti comuni imperversano nella città, coinvolgendo il mondo politico e l'alta borghesia imprenditoriale.
Un'accurata analisi storia che permette di capire come la camorra, che da oltre due secoli opera in Campania, abbia potuto consolidare il suo potere sul territorio. Come nacque e si sviluppa un'organizzazione criminale che attualmente conta circa 6700 adepti, appartenenti alle famiglie. E inoltre, le verità svelate sulla connivenza dello Stato, le guerre tra famiglie e le vittime innocenti.
Alla fine degli anni Settanta un ristretto gruppo di delinquenti romani si specializza in rapine e diventa ben presto una banda organizzata, pronta a compiere diversi crimini. Coinvolta nel caso Moro, nel delitto Pecorelli, nei depistaggi sulla strage di Bologna, si estingue nel sangue per autoeliminazione.
Mauro De Mauro è scomparso a Palermo il 16 settembre 1970: il rapimento del giornalista per mano di Cosa nostra è un mistero tuttora irrisolto, sul quale sono state formulate numerose ipotesi correlate ad altri grandi enigmi della storia italiana, considerato soprattutto che Mauro De Mauro stava indagando sulla morte di Enrico Mattei. In questa puntata, fra le altre, anche le interviste al fratello Tullio e alla moglie Elda.
Al Termine della Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti avviano in Italia un programma, attuato dai servizi segreti, che intende proteggere il nostro Paese dalle mire del neonato blocco sovietico. Un'operazione poco limpida, che crea ambigui intrecci e produce una serie di drammatici eventi, inquadrati nella cosiddetta "strategia della tensione".
"È il mistero di un uomo, ed è un mistero profondo, uno di quelli che toccano l'anima intera di una nazione": Lucarelli esordisce così per raccontare il mistero della morte di Pier Paolo Pasolini, l'intellettuale controverso ucciso brutalmente nella notte fra l'1 e il 2 novembre 1975. Dell'omicidio fu incolpato Pino Pelosi, che guidava l'auto di Pasolini da cui il poeta è stato travolto. Vengono intervistati il poeta Nico Naldini, il senatore Guido Calvi e Aldo Bravi, proprietario del ristorante "Il pommidoro" di cui Pasolini era un assiduo frequentatore.
Roma 1994, nello scantinato di un palazzo viene trovato un armadio con le ante rivolte verso il muro. Lì dentro, in più di 2000 fascicoli di indagine sui crimini di guerra, ci sono i nomi delle diecimila vittime delle stragi commesse in Italia, tra il 1943 e il 1945, dai soldati tedeschi, in alcuni casi con la complicità degli italiani della Repubblica Sociale.Perché quei fascicoli sono stati nascosti e i processi sui crimini di guerra non sono stati istruiti? Di chi è la responsabilità? Uno dei capitoli più tragici della nostra storia viene ricostruito anche attraverso le testimonianze dei superstiti degli eccidi.
Genova, luglio 2001. La città dove si svolgono contemporaneamente gli incontri del Vertice G8 e le proteste pacifiche organizzate dal movimento “new global” italiano, il Genoa Social Forum, diventa teatro di una guerriglia urbana senza precedenti. Carlo Lucarelli, attraverso un racconto che si svolge in due puntate, ripercorre la spirale di violenza e di odio di quei giorni che si concludono con un bilancio drammatico: la morte di un ragazzo, più di mille feriti, danni per 50 miliardi di lire, 250 arrestati, diverse inchieste e processi. Perché tutta quella rabbia e quel sangue? Di chi è la responsabilità? Carlo Lucarelli cerca di raccontare i misteri e i dubbi di quei giorni.
Il 28 maggio 1974 in piazza della Loggia a Brescia, nel corso di una manifestazione sindacale, l'esplosione di una bomba causa la morte di otto persone e il ferimento di altre 102. Lucarelli racconta uno dei più gravi attentati di marca fascista degli anni '70, ripercorrendo l'intricato filo delle indagini, dei depistaggi e dei processi.
Nella notte tra il 25 e il 26 dicembre del 1996, nel canale di Sicilia di fronte a Portopalo, affonda una barca carica di immigrati clandestini. Muoiono quasi 300 uomini provenienti da paesi poveri o in guerra: Pakistan, India, Sri Lanka. Carlo Lucarelli racconta una delle più grandi tragedie del Mediterraneo che inizialmente, tranne alcune eccezioni, passò nell’indifferenza generale dei media, quasi fosse un naufragio fantasma. Una vicenda che affronta una questione di drammatica attualità: la migrazione clandestina e le nuove forme di schiavitù che molto spesso riguardano i soggetti più deboli, le donne e i bambini
Il 17 febbraio agenti della Cia, con l'aiuto di piu agenti dei servizi e dei carabinieri italiani, rapiscono l'Imam della moschea di viale Jenner, Abu Omar. Carlo Lucarelli ne racconta la sua storia: le indagini della procura di Milano in corso e interrotte dal rapimento; la prigionia e le torture in Egitto.
La penetrazione della mafia nel Nord d’Italia - anzi delle mafie, perché anche la ’ndrangheta gioca un ruolo importante - non è un fenomeno recente: è iniziato negli anni ’60 ai tempi dei soggiorni obbligati per i mafiosi e dell’immigrazione di massa dal Mezzogiorno verso le grandi fabbriche del triangolo industriale. Ma qual è stata l’evoluzione di questa penetrazione? Quali sono oggi le forme della “zona grigia”, della collusione tra interessi criminali, politici ed economici al Nord?
Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Lo stesso concetto, pronunciato da uno dei protagonisti del romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, lo esprime anche lo scrittore Vitaliano Brancati quando dice che “gli italiani sono così arretrati che sono disposti anche a fare delle rivoluzioni pur di rimanere vecchi”. Ė stato questo il caso dell’inchiesta “Mani pulite” che ha reso visibile la città delle tangenti e della corruzione, “Tangentopoli”?
La storia degli intrecci tra mafia e politica può essere rappresentata come una storia dell’orrore dove la mafia è un mostro mutante la cui capacità di sopravvivere cambiando aspetto, identità e uomini di riferimento le ha dato la possibilità di vivere tra di noi da più di cento anni. Dall’omicidio nel 1893 del marchese Notarbartolo, prima vittima eccellente di Cosa Nostra, ai rapporti di Vito Ciancimino, sindaco democristiano di Palermo, con i Corleonesi di Riina e Provenzano.
Libero Grassi, Silvana Fucito, Tano Grasso e tanti altri sconosciuti come “il fu Nino Miceli” sono i piccoli eroi dimenticati di questa puntata. Persone che con dignità e con la sola forza della volontà si sono ribellate al racket delle estorsioni, una delle più efficaci e aggressive manifestazioni della mafia che non solo serve a fare “cassa”, ma a farsi “Stato”, e a controllare capillarmente il territorio. Un viaggio toccante attraverso le storie di sconosciuti “eroi civili” che rappresentano la parte migliore del nostro Paese.
Attraverso le storie di Graziella Campagna, Peppe Alfano e Matteo Bottari – una ragazza di diciassette anni, un giornalista e un professore universitario di medicina – Carlo Lucarelli entra nei misteri ancora tutti da interpretare delle trame della mafia e del potere nella città e nella provincia di Messina.
Carlo Lucarelli ci racconta come la loggia massonica P2 ha gettato un’ombra oscura sulla storia dell’Italia del secondo dopoguerra. Le immagini relative al ritrovamento del corpo di Aldo Moro sono un'esclusiva GBR.
Nel mare della Calabria – secondo le recenti dichiarazioni del pentito di 'ndrangheta Francesco Fonti – sono state affondate più di 30 navi contenenti rifiuti tossici. Un grosso affare tra organizzazioni criminali, servizi segreti e politica. Carlo Lucarelli, seguendo le orme dell'ufficiale di Marina, Natale De Grazia - uno dei tanti eroi sconosciuti del nostro Paese – e di alcuni coraggiosi magistrati, ci apre le porte al mistero delle navi fantasma inabissate al largo delle coste italiane con il loro carico di rifiuti tossici o addirittura radioattivi. In seguito allo spiaggiamento della motonave Jolly Rosso, avvenuto il 14 dicembre 1990 sulla costa di Amantea in Calabria, parte un'inchiesta che viene subito osteggiata e, tra coinvolgimenti dei servizi segreti ed intercettazioni dei magistrati, prosegue fino alla morte in circostanze misteriose di Natale De Grazia.
Sulla vicenda di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin si è parlato molto e il Parlamento ha creato una Commissione d’Inchiesta che ha lavorato per anni. Ma una versione univoca sulle cause della morte dei due giornalisti del Tg3 della Rai ancora non c’è. Come non c’è una descrizione univoca della dinamica dell’attentato: agguato per rapina – con colpi di Kalashnikov sparati da lontano – come conclude la relazione di maggioranza della Commissione Parlamentare presieduta dall’onorevole Carlo Taormina, o esecuzione – con colpi di pistola sparati a bruciapelo – come sembrano confermare tutte le testimonianza raccolte subito dopo l’eccidio.
La storia del “pentitismo” di mafia: dalle importanti confessioni di Leonardo Vitale e Tommaso Buscetta, i due primi importanti boss mafiosi che iniziano un percorso di collaborazione con la giustizia, alla prima legge sui “pentiti” che viene approvata in Italia nel 1991 e che segna un passo decisivo nella lotta alla mafia. Le testimonianze dei collaboratori di giustizia non solo evocano spaccati di vita dai tratti a volte impressionanti ma ricostruiscono la storia di una delle più importanti organizzazioni criminali di tutti i tempi. Un’occasione unica per conoscere Cosa Nostra dal suo interno.
Dall’ascesa di Antonio Bardellino nella lotta contro la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo all’affermazione dei boss Francesco Schiavone detto“Sandokan” e Francesco Bidognetti soprannominato “Cicciotto ‘e mezzanotte”. Carlo Lucarelli, grazie anche alla testimonianza di eccezione di Roberto Saviano, ci racconta il Clan dei Casalesi, una delle organizzazioni criminali più pericolose e più “imprenditoriali” del mondo. Una camorra sanguinaria che oltre a distruggere l’ambiente e saccheggiare le risorse economiche di una delle provincie più belle della regione Campania, è stata capace di riciclare con furbizia e scaltrezza i proventi delle sue molteplici attività fino a costruire un vero e proprio impero finanziario internazionale.
Diversi misteri si succedono in Sicilia negli anni '70. Il 9 maggio 1978 viene ucciso a Cinisi in provincia di Palermo, Peppino Impastato. Peppino è figlio di un uomo d'onore, ma nonostante questo sceglie di sfuggire ad un destino segnato e riesce a mettere in difficoltà la mafia di Tano Badalamenti, con l'ironia tipica di quegli anni, ma soprattutto, con la controinformazione che viaggia sulle frequenze di una delle prime radio libere: "Radio Aut". L'omicidio inizialmente è fatto passare per un attentato terroristico andato male, ma la tenacia della madre Felicia e del fratello Giovanni e del gruppo di tutti i suoi amici conducono ad una mobilitazione popolare e ad un film "I cento passi" smascherando l'iniziale depistaggio e arrivando alla condanna, per omicidio, di Tano Badalamenti. Il 26 gennaio 1976 nella casermetta dei carabinieri di Alcamo Marina, in provincia di Trapani, vengono assassinati l'appuntato Salvatore Falcetta e il carabiniere Carmine Apuzzo. Sono arrestati e incriminati dell'omicidio cinque giovani del posto che confessano e vengono condannati. Dopo anni e ulteriori indagini si scopre che quei cinque giovani sono stati sottoposti a torture e che le loro confessioni sono state estorte. Il 10 giugno del 2009 la Prima Sezione della Corte di Cassazione ha stabilito la revisione del processo in cui quei giovani furono condannati. Il 27 ottobre 1972 Giovanni Spampinato - un giornalista che stava indagando sull'omicidio di un ingegnere imprenditore - viene ucciso a Ragusa da Roberto Campria, figlio dell'allora Presidente del tribunale della città. Il movente dell'omicidio è rimasto ambiguo e avvolto nel mistero.
Sono tanti i momenti e i luoghi in cui, a torto o a ragione, colpevole o innocente, un cittadino può ritrovarsi totalmente nelle mani dello Stato, anche in una democrazia. n caserma o in questura perché arrestato o fermato, detenuto in carcere perché in attesa di giudizio o condannato, in infermeria, nei reparti penitenziari degli ospedali, o negli OPG, gli ospedali psichiatrici giudiziari perché deve essere curato. Oppure nei CIE, nei centri di identificazione ed espulsione, perché straniero e non in regola con leggi e documenti. Ci sono leggi, procedure, controlli, uffici e persone che regolano questa tutela. La maggior parte delle volte le garanzie funzionano. Ma altre volte no. Come nel caso di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva o del giovanissimo Federico Aldrovandi. Tutti e tre morti violentemente mentre si trovavano in una situazione particolare: nelle mani dello Stato. La puntata è introdotta da un’intervista al cantautore Daniele Silvestri
Sarà lo scrittore Andrea Camilleri a introdurci nelle pieghe di una storia di misteri, di stragi sanguinose, di apparati dei servizi segreti deviati. Una storia a cui si aggiungono sempre nuovi elementi, una sorta di mosaico che, giorno dopo giorno, sembrerebbe apparire più definito. Perché soprattutto questa è la storia di un’ipotesi, l’ipotesi di un filo che ha legato e lega Cosa Nostra non solo all’economia, non solo alla politica, ma a una parte dello Stato.
Carlo Lucarelli indaga sulle ragioni profonde degli incidenti, sui problemi della sicurezza sul lavoro, quanto è stato fatto per difenderla e quanto ancora resta da fare per impedire che il lavoro - fondamento nella nostra Repubblica e della nostra Costituzione - che dovrebbe portar vita e magari la possibilità di esprimere il proprio talento, porti così spesso la morte.
La storia di Felice Maniero e della sua organizzazione criminale: la mala del Brenta. Una storia di spietati criminali che, tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’90, mette insieme efferati omicidi, centinaia di rapine, quintali di droga, enormi somme di denaro, servitori dello Stato corrotti, tradimenti, processi e anni di galera. Ė una storia simile a tante già raccontate, in Sicilia, in Calabria, in Campania. Sembra la storia della Banda della Magliana, solo che questa non si svolge al sole del Sud e neanche sotto le luci dei nightclub di Roma. Si consuma a Nord, tra le nebbie del Nord Est, soprattutto in Veneto. E come tutte quelle storie anche questa non è soltanto una storia di gangster.
Negli anni Ottanta in Puglia avvengono stragi come quelle dei film sui gangster nella Chicago di Al Capone e omicidi efferati, come quello di Nicola Laviano: lo ammazzano, gli tagliano la testa e mostrano in giro la fotografia della testa mozzata perché serva da esempio. Sembra la Calabria delle faide di ‘Ndrangheta, sembra la Palermo della mattanza di mafia, la Napoli della camorra di Cutolo, e infatti è così, perché quegli uomini di malavita che sparano non sono soltanto pregiudicati, ma mafiosi. E quel sangue e quella guerra sono sangue e guerra di mafia. Ma siamo in Puglia, la California del Sud e in quegli anni ancora nessuno crede che in questa regione ci sia una mafia. O nessuno ci vuole credere. Dietro rituali segreti e parole arcaiche come formule magiche, si nascondono estorsioni, usura, traffico di stupefacenti, di armi e di sigarette: la Sacra Corona Unita
La storia di Nicola Calipari, un poliziotto atipico, colto e gentile, con un grande senso dello Stato. Dagli inizi della sua carriera in Calabria, dove contrasta le attività criminali della ‘Ndrangheta, alla Seconda Guerra del Golfo, in Iraq, dove è presente come capo del reparto delle operazioni speciali all’estero del SISMI.
Fulvio Croce, Angelo Vassallo e Carmelo Ianni sono persone normali che fanno cose normali. Eppure, proprio per questo, sono eroi. Il nostro, infatti, è uno strano Paese, da noi il male è così radicato, così normale, così di tutti i giorni che per essere combattuto richiede eroi normali, che facciano soltanto il proprio dovere. Soltanto quello che va fatto e basta.
Il racconto dei 57 giorni che intercorrono tra la strage di Capaci in cui muore Giovanni Falcone e l’attentato di via D’Amelio, a Palermo, del 19 luglio 1992, dove perde la vita un altro grande nemico di Cosa Nostra, il giudice Paolo Borsellino.
Storie di servitori dello Stato abili e onesti, che nella lotta contro la criminalità hanno perso la vita o sono stati traditi e abbandonati alla peggiore delle condanne, l’indifferenza e la rimozione dalla memoria collettiva.
La libertà di informazione è un principio fondamentale della democrazia. Quando viene disatteso attraverso intimidazioni, violenze o censure, è la libertà stessa delle persone e delle istituzioni a correre seri pericoli. Cosimo Cristina, che alla fine degli anni ’50, per primo, scrive di mafia in Sicilia, e Giuseppe Fava con le sue inchieste sul legame tra imprenditoria, politica e Cosa Nostra, hanno pagato con la vita la loro scelta di parlare liberamente dei problemi che affliggevano il territorio siciliano. Anche oggi molti cronisti del Sud e del Nord d’Italia mostrano lo stesso coraggio non rinunciando a narrare le realtà più scomode. Un unico filo conduttore lega le storie di Lirio Abbate, Arnaldo Capezzuto, Antonio Sisca, Giovanni Tizian, tutti cronisti costretti a vivere sotto scorta: lo spirito di indipendenza e l’impegno civile nel portare avanti il proprio lavoro, anche a costo di estremi sacrifici.
Ė la storia di un mostro a tre teste che viaggia nel tempo e nello spazio divorando tutto quello che incontra. Un mostro che nasce dalle macerie del terremoto del 1980 in Campania ed Irpinia, si nutre di terra, distrugge montagne e paesaggi, costruisce senza regole. Ė la storia dell’ecomafia che saccheggia l’ambiente, fa crollare le case utilizzando calcestruzzo depotenziato e porta cibi avvelenati sulle nostre tavole. Dal Nord al Sud. Dalle campagne di Desio, vicino a Monza, dove il mostro di notte scava e nasconde tonnellate di rifiuti tossici di aziende brianzole e del Comasco, alla Rifiuti S.p.a., una vera e propria holding del malaffare – imprenditori, politici e camorristi – capace di trasformare la “monnezza” in oro. Affari enormi incrementati anche da quello che mangiamo ogni giorno: il pane cotto nei forni abusivi della camorra, la mozzarella alla diossina, la frutta al percolato, il caffè imposto dalla criminalità, scadente ma più costoso. Le conseguenze per il territorio e la salute delle persone sono devastanti: l'ecomafia è un mostro che ruba e uccide per sempre il nostro futuro.
11 giugno 1969. Si apre il Processo di Bari. In un susseguirsi di flashback, immagini di repertorio, storia presente e ipotesi future, Lucarelli, come in un film, ci conduce davanti a personaggi e situazioni: il giornalista Mario Francese e la sua uccisione, Totò Riina, Leoluca Bagarella e Bernardo Provenzano, Salvo Lima e Vito Ciancimino, il Sacco di Palermo, Francesca Morvillo e Ninetta Bagarella, La guerra dei Corleonesi, le morti di Boris Giuliano, Cesare Terranova, Pio La Torre, Rocco Chinnici e Carlo Alberto Dalla Chiesa, la strage di Ciaculli, la nascita del Pool antimafia, la stagione dei Pentiti, il maxiprocesso, le stragi di Capaci e di via D’Amelio, la reazione dello Stato e il 41 bis, la morte di don Pino Puglisi, fino a giungere alle relazioni tra Mafia e politica.