Ambizioso e determinato, Sindona scala, tra gli anni Sessanta e Settanta, i vertici della finanza internazionale. In rapporti con la mafia e la Loggia P2, tesse una rete di amicizie che spaziano dal mondo politico al Vaticano. Condannato per il crack delle sue banche, nel 1986 viene avvelenato nel supercarcere di Voghera, dove era sorvegliato giorno e notte. Come sia potuto accadere resta in mistero.