Luigia Borrelli è stata uccisa il 5 settembre 1995, vedova e madre di due figli, faceva la prostituta per mantenere la famiglia e ripagare i debiti lasciati dal marito, ma nessuno lo sapeva. Venne uccisa con 15 fori fatti con un trapano quasi a disegnarle una collana. L’omicida è ancora un fantasma.
Maria Maddalena Berruti ha 82 anni quando viene ritrovata morta nel 1987 nel suo appartamento con il cordino per stendere i panni intorno al collo circondato da macchie di vernice spray. La vittima nascondeva un tragico passato: nel 1937 l’unica figlia della Signora Berruti morì in modo sconvolgente a causa di un cioccolatino. 18 anni dopo un uomo confessò l’omicidio a un prete parlando di una rapina andata male, ma non venne mai rintracciato.
Sebastiana Melis venne ritrovata a 69 anni in una pozza di sangue. La donna, in pensione, si occupava degli anziani e gestiva un cospicuo patrimonio. Era una strozzina o un angelo?
Anna Lamberti Rossi era una macellaia in pensione, trovata morta con 8 fendenti al collo, addome e dorso nel 1998. Sembrava una rapina ma in cucina il tavolo era apparecchiato per il caffè. Un mese dopo l’omicidio fu arrestato Donato Bilancia, uno dei più sanguinosi serial killer italiani, ma l’omicida seriale ha sempre negato di essere l’artefice della morte della “donna di Marassi”.
Nel febbraio del 1958, Mario Giliberti, un operaio FIAT, viene trovato ucciso, martoriato da 18 coltellate, in circostanze alquanto misteriose. L’omicidio fu reso noto dallo stesso assassino che inviò una lettera sia in Questura che alla stampa nella quale, con un gioco di parole indicava la scena del crimine, diceva di essersi vendicato di un amico che lo aveva tradito e si firmava “Diabolich”, come il protagonista del romanzo poliziesco “Uccidevano di notte” di Italo Fasan. L’omicida lasciò anche un bigliettino sulla scena del crimine: «Riuscirete a trovare l’assassino?»
È il 9 febbraio 1988, Giorgia Padoan, bella, alta, vivace ed intelligente, apre la porta della sua casa nel centro di Torino, sicura di far entrare un amico che non le avrebbe mai fatto del male, un giovane robusto, alto un metro e ottanta circa, con scarpe numero 44. Giorgia offre un caffè al suo ospite che però l’aggredisce cercando di spogliarla del pigiama che indossava per abusare di lei, ma senza riuscirci. Giorgia ha lottato con tutte le forze, ma ha dovuto soccombere al suo assassino che le ha stretto una pesante catena per le bici intorno al collo fino ad ucciderla. Nella colluttazione le due tazzine di caffè sono cadute a terra e il killer ha lasciato un segno, un’impronta della sua scarpa numero 44 sul caffè.
Il 16 aprile 1952 uno sparo nella notte colpisce l’ingegnere Eleuterio Codecà, uscito di casa per portare a spasso il cane. 53 anni, uno dei più importanti dirigenti FIAT dell’epoca, viene ucciso per strada da un unico colpo. Nessun testimone attendibile, sebbene la FIAT e l’Unione Industriali di Torino offrirono una taglia di 28 milioni di lire a chi avesse contribuito alla cattura dell’assassino. L’omicidio avviene in un periodo storico-sociale molto preciso caratterizzato dalle tensioni fra USA e URSS, da un acceso anticomunismo e da frequenti e duri scontri tra gli operai e gli industriali.
Era il 14 settembre del 1991 quando un clochard chiama la Polizia per segnalare il cadavere di una donna con un abito da sera rosso ed un turbante dello stesso colore, abbandonato tra i rifiuti di una discarica abusiva. Solo dei segni di strangolamento sul collo. Nessun altro indizio. La dama in rosso viene riconosciuta come Franca Demichela, signora dell’alta borghesia torinese, donna stravagante ed eccentrica che amava la trasgressione notturna e sentirsi libera da qualsiasi condizionamento sociale, per ritrovare sé stessa. Specchio perfetto della Torino della Prima Repubblica, buio e luce, ricchezza ed emarginazione, benessere e degrado.
15 gennaio 1997, il conte Alvise du Robilant, personalita' di spicco a Firenze, viene ritrovato morto a Palazzo Rucellai.
10 dicembre 2010. Gianni Coli, parrucchiere di Firenze, e l'anziana madre vengono trovati morti, uccisi con incredibile ferocia.
24 marzo 1995, il geometra Gianfranco Cuccuini viene ritrovato martoriato da 27 coltellate. La prima indiziata, una donna sulla 60ina, viene presto scagionata.
Matteo Caccia racconta delitti rimasti irrisolti che tra gli anni ’80 e 2000 hanno insanguinato il capoluogo toscano riempiendo le prime pagine dei giornali.