Vita e storia di una coppia di bianconi che in un anno scovano e catturano mille serpenti per alimentare il loro piccolo
Dedicato alle piccole isole dei nostri mari, con la loro fauna endemica di rettili e le eccezionali colonie di uccelli delle tempeste, berte, gabbiani corsi, falchi della regina
Come nella più maestosa delle savane africane, la lotta per la vita fra prede e predatori a sei e otto zampe nelle steppe dell'Italia meridionale
Fenicotteri, avocette, gabbiani corallini e poi...artemie e chironomidi, in un paesaggio di saline candide colorate di rosso dalla Sicilia a Comacchio, passando per la Sardegna e la Puglia
Cento specie di uccelli alla conquista della Città Eterna: chi vincerà la sfida fra gabbiani e cornacchie?
Accerchiati da un mondo che cambia, sempre più caldo e arido, piante e animali dell'Ultima Era Glaciale lottano per restare sottozero
Cinghiali, istrici , ibridi fra cane e lupo e stormi di uccelli acquatici, signori del più disabitato fra i territori italiani, la Maremma
Due anni di appostamenti e scalate per riprendere, in libertà, il camoscio, il cervo, l'aquila reale, il lupo e l'orso in Abruzzo, nel più antico fra i parchi italiani.
Grazie a progetti di reintroduzione, ma anche a fenomeni di espansione spontanei, si assiste in questi anni al ritorno di molte specie di uccelli considerate estinte, come il mitico gipeto o l'ibis eremita, e alla spettacolare diffusione di comportamenti "sinantropici" che portano gli aironi a fare il nido nelle città.
A seguito dello spopolamento delle aree montane, in cinquanta anni la superficie forestale dell'Italia è aumentata quasi del 10 per cento. Cosa comporta questo fenomeno in termini di ecologia, biodiversità, espansione dei grandi animali nella regione alpina, che torna a popolarsi della grande fauna.
Gli uomini nell'abbandonare molte zone collinari e montane, spesso a causa di fenomeni di dissesto idrogeologico, lasciano dietro di sè edifici in rovina, castelli e intere città che poco a poco sono invase dalla vegetazione e diventano la dimora di un insospettabile numero di specie animali e vegetali.
Il ritorno alla vita selvatica degli animali domestici, dalle capre di Montecristo, ai cani randagi dell'Appennino, ai gatti rinselvatichiti delle piccole isole, ai colombi dei centri storici, ai maiali/cinghiali del Supramonte. Un esercito di centinaia di migliaia di animali sfuggiti al controllo del'uomo.
L'invasione delle specie animali e vegetali aliene, quelle che vengono cioè da zone molto distanti e che l'uomo, volutamente o inavvertitamente, ha introdotto in altre zone. Dalla lotta fra gamberi killer e gamberi autoctoni, all'espansione dell'ailanto, alla vespa del castagno, ai pappagalli, alle testuggini.
Mai come in quest'epoca le nostre montagne sono state popolate da grandi animali, prede e predatori. Il loro aumento rischia di far sottovalutare i segnali preoccupanti sulla tenuta delle basi stesse della vita. In crisi è il mondo del piccolo, che non fa parlare di sé, ma sostiene il grande edificio della biodiversità
L'orso bruno alpino va alla grande, ma il suo cugino d'Abruzzo conta i giorni che lo separano dall'estinzione. Le ultime femmine fertili si avvicinano alle case, per allontanarsi dai maschi aggressivi e per trovare qualcosa da mangiare. C'è chi vuole cacciarle e chi vuole lasciarle libere. L'opinione pubblica si divide
Per sopravvivere in un mondo acquatico dove la salinità oscilla enormemente, pesci e invertebrati hanno sviluppato particolari adattamenti per controllare la pressione osmotica. Sono alla base della catena alimentare che porta a infallibili cacciatori aerei, ripresi nelle loro multiformi e spettacolari attività di pesca.
Ben nota la sorte dei ghiacciai delle Alpi, condannati a lenta ma inesorabile estinzione, ma pochi sanno che l'ultimo ghiacciaio dell'Appennino, sebbene insidiato da estati sempre più calde e da inverni sempre meno nevosi, assicura le condizioni adatte a specie relitte delle epoche glaciali, giunte dall'Himalaya e rimaste intrappolate sulla cima delle più alte vette dell'Appennino.
Incontro con l'orsa e i suoi quattro cuccioli che vanno alla ricerca di frutti nei boschi dell'Abruzzo e poi via per un viaggio a 360 gradi nei boschi di faggi più antichi e preziosi dell'Italia, dalla foresta Umbra del Gargano a quella del lago di Vico e del Parco d'Abruzzo , diventate patrimonio dell'Umanità.
I lupi hanno colonizzato le dune della Maremma per dare la caccia a daini e cinghiali. E gli aironi si affollano sui pini. Viaggio alla scoperta degli adattamenti di piante e animali per sopravvivere in un universo instabile di granelli di sabbia pronto a franare in ogni momento, nelle dune più alte del Mediterraneo.
Possenti onde, sollevate da venti che soffiano violenti per quasi tutto l'anno, si abbattono su scogliere di granito e di calcare, di arenaria e di basalto. Mondi difficili, dove il vento, il mare e il sole dettano le leggi di un gioco che coinvolge la vita della nobile flora delle rupi mediterranee.
Dal piccolo lago di Posta Fibreno dalle acque di cristallo, agli stagni ghiacciati delle montagne, alle distese di carici e di ontani dei laghi vulcanici, un viaggio alla scoperta del mondo dell'acqua dolce con uccelli, anfibi, invertebrati.
Le gravine di Laterza, di Puglia e Basilicata sono fra i più grandi canyon d'Europa, spaccano l'altopiano calcareo del Mezzogiorno scendendo per duecento metri e formando una serie infinita di microhabitat.
Globalizzazione della biodiversità significa che nel breve volgere di alcuni decenni il Mondo sarà popolato dallo stesso manipolo di piante e animali ubiquitari e adattabili, gli stessi nelle Americhe e in Europa, in Africa e in Asia. Anche l'Italia, con la sua incredibile biodiversità originaria, si sta incamminando sulla strada della globalizzazione, con l'invasione di specie che cancellano le forme autoctone, creando comunque nuovi equilibri e nuove reti ecologiche alle quali, volenti o nolenti, dobbiamo comunque abituarci.
Utilizzati nel corso dei secoli come pascolo per grandi mandrie e greggi di animali, gli ecosistemi erbacei del Mezzogiorno hanno il fascino delle vaste steppe asiatiche, con una multiforme vita animale e vegetale adattata a condizioni di aridità e oggi fortemente minacciata dalle trasformazioni agricole, dall'espansione urbana, dal progressivo inaridimento del clima.
Con una densità di popolazione umana fra le più basse in Europa, la Sardegna accoglie vasti territori caratterizzati da flora e faune incontaminate, le stesse che migliaia di anni fa incontrarono i primi abitanti dell'isola e poi i coloni fenici e romani. Ancora oggi ques'isola, cuore dell'Antica terra di Tirrenide oggi quasi completamente sommersa dal mare, stupisce per la ricchezza e la singolarità della sua biodiversità.
Negli ultimi cinquanta anni la superficie forestale dell'Italia è aumentata di un buon dieci per cento, in pratica è come se una regione intera delle dimensioni della valle d'Aosta fatta di boschi di querce e di faggi, di pini e di lecci, si fosse aggiunta a quelle già esistenti. Una reazione selvosa pari, per dimensioni, a quella che accompagnò nel Medioevo il crollo dell'Impero Romano e delle sue urbanizzazioni. Annidate nelle parti più inaccessibili del nostro territorio, alcune foreste relitte delle epoche glaciali, conservano il fascino dei boschi primigeni, con un corteggio di piante e di animali messi in pericolo dai cambiamenti climatici.
Scenografia d'elezione per molti film western negli anni Sessanta e Settanta, i monti della Tolfa, un comprensorio collinare di boschi di querce e pascoli di asfodeli alle spalle della costa tirrenica a Nord di Roma, conserva solitudini e spazi propri di altre epoche.Qui regnano molti signori della vita selvatica, dai lupi al gatto selvatico, dal cinghiale all'istrice, ma il simbolo è sicuramente l'aquila dei serpenti, un maestoso rapace specializzato nella cattura dei serpenti più grandi e pericolosi.
Cinghiali nelle strade delle metropoli, piccoli aironi che piovono dai pini nei giardini pubblici, gabbiani che attaccano gli uomini, milioni di storni che prendono possesso dei viali alberati si uniscono agli inquilini di sempre delle città, ratti, passeri e colombi, portando un arricchimento incredibile della biodiversità e scatenando una serie di inarrestabili conflitti con gli Umani. Le città diventano quindi laboratori dell'evoluzione accelerata, i luoghi privilegiati dove le spinte adattative costringono piante e animali a sfoggiare un repertorio sempre nuovo di soluzioni e di adattamenti, alcuni decisamente stravaganti e sorprendenti.