È il 1992 quando le stragi di Capaci e via d’Amelio fanno piombare il paese in un dramma che sembra senza uscita. Gli eccidi in cui perdono la vita Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, e poi Paolo Borsellino, con i loro agenti di scorta, scuotono il paese da un torpore lungo anni e rappresentano uno spartiacque della storia italiana e dei rapporti tra lo Stato e le organizzazioni criminali. La lotta dello Stato alla mafia ha radici lontane, ma troppo spesso è stata figlia soltanto dell’emergenza, con provvedimenti nati in conseguenza di fatti delittuosi, come la prima commissione parlamentare antimafia, nata nel 1962, ferma per un anno e riattivatasi soltanto un anno dopo, dopo la strage di Ciaculli del 1963; poi, gli anni ’70 con la Palermo dei delitti eccellenti, perpetrati dai Corleonesi di Riina e Provenzano. Un crescendo di terrore e violenza che costò la vita a molti uomini delle istituzioni, tra politici, magistrati, giornalisti e forze dell’ordine.