Le riforme dell’istruzione avviate dal centrosinistra sono alla base dei processi che portano al Sessantotto studentesco. Molti studenti si rendono conto che frequentare l’università non dà più la certezza di un futuro agiato. Di conseguenza molti studenti rifiutano l’idea stessa di benessere e, tra il 1967 e il 1968, danno inizio alla contestazione studentesca. La contestazione parte con l’occupazione di numerose facoltà, cortei, grandi manifestazioni e scontri con le forze dell’ordine. Successivamente, sull’onda dell’“operaismo”, il movimento studentesco individua nella classe operaia il suo interlocutore privilegiato. Nascono nuovi soggetti politici (Avanguardia operaia, Potere Operaio, Lotta Continua, il gruppo del Manifesto) in contrasto con i partiti tradizionali. Tutto ciò avviene in un periodo di intense lotte condotte dagli operai per il rinnovo dei contratti di lavoro.