Il 23 agosto 1939, la Germania nazista e l’Unione Sovietica stringono un patto di non aggressione conosciuto come patto Ribbentrop-Molotov o Hitler-Stalin. Una mossa che sconvolge l’Europa e cambia completamente gli equilibri fra i vincitori e i vinti della prima guerra mondiale. Da anni, la Germania è insofferente a causa del Trattato di Versailles e il nuovo leader, Adolf Hitler, intende farle recuperare tutto lo splendore del passato. In Unione Sovietica, invece, Stalin ha messo in atto una politica di purghe per eliminare ogni elemento sospettato di idee controrivoluzionarie, includendo anche i propri famigliari e collaboratori. Una pagina di storia ripercorsa da “Il patto Hitler-Stalin”, in onda in prima visione. In due puntate, il documentario segue passo dopo passo gli eventi che hanno portato alla firma dell'accordo e analizza il fallimento di coloro che avrebbero potuto e dovuto fare di tutto per evitare il peggio. Il braccio di ferro fra la Germania e l’Unione Sovietica ha un elemento in comune: con Hitler e Stalin al governo, nessuno è più al sicuro. In questa contrapposizione tra i due regimi autoritari, si inserisce il ruolo ambiguo e ondivago delle potenze democratiche uscite vincitrici dalla Grande Guerra, la Francia e la Gran Bretagna, che oscillano tra sottovalutazioni della minaccia nazista e pregiudizi ideologici che la guerra imminente renderà presto obsoleti.
Per cinque anni, Maksim Litvinov, commissario del popolo per gli affari esteri, rappresentante dell'Urss presso la Società delle Nazioni e convinto antinazista, cerca di formare un'alleanza militare con Francia e Gran Bretagna per ostacolare i desideri espansionistici del Terzo Reich. Lo racconta il documentario “Il Patto Hitler-Stalin”. Le richieste di Litvinov per l'istituzione di una politica di “sicurezza collettiva” rimangono lettera morta: la paura del contagio comunista tra i paesi occidentali, la mancanza di determinazione nel fermare il progressivo riarmo della Germania e il verificarsi di una serie di eventi sfortunati aprono le porte alla tragedia della Seconda guerra mondiale. Hitler e Stalin, una volta nemici giurati, arrivano a un riavvicinamento, interessato quanto distruttivo: un patto di non aggressione reciproca in cambio (nella parte del Trattato rimasta a lungo top secret) di riconoscimenti territoriali. Ma il 22 giugno 1941, Hitler attacca l'Urss avviando l'operazione Barbarossa e violando i termini dell’accordo. Anche Stalin è caduto nella trappola del Führer. Ma solo nel 1989 l'Urss ha riconosciuto ufficialmente l’esistenza del Patto e i suoi scopi.