Per cinque anni, Maksim Litvinov, commissario del popolo per gli affari esteri, rappresentante dell'Urss presso la Società delle Nazioni e convinto antinazista, cerca di formare un'alleanza militare con Francia e Gran Bretagna per ostacolare i desideri espansionistici del Terzo Reich. Lo racconta il documentario “Il Patto Hitler-Stalin”. Le richieste di Litvinov per l'istituzione di una politica di “sicurezza collettiva” rimangono lettera morta: la paura del contagio comunista tra i paesi occidentali, la mancanza di determinazione nel fermare il progressivo riarmo della Germania e il verificarsi di una serie di eventi sfortunati aprono le porte alla tragedia della Seconda guerra mondiale. Hitler e Stalin, una volta nemici giurati, arrivano a un riavvicinamento, interessato quanto distruttivo: un patto di non aggressione reciproca in cambio (nella parte del Trattato rimasta a lungo top secret) di riconoscimenti territoriali. Ma il 22 giugno 1941, Hitler attacca l'Urss avviando l'operazione Barbarossa e violando i termini dell’accordo. Anche Stalin è caduto nella trappola del Führer. Ma solo nel 1989 l'Urss ha riconosciuto ufficialmente l’esistenza del Patto e i suoi scopi.