Il razzismo, l'antisemitismo, il nazionalismo e la revisione del Trattato di Versailles sono alla base dell'ideologia nazista. Una volta conquistato il potere, nel gennaio 1933, Hitler persegue la sua politica di potenza e di predominio tedesco sull'Europa. Il servizio di leva tedesco (marzo 1935), le leggi razziali di Norimberga (settembre 1935) e quelle italiane (1938), l'occupazione militare della Renania (marzo 1936), la nascita dell'Asse Roma-Berlino e il viaggio di Mussolini in Germania (1936-1937), la guerra di Spagna (1936-1939), l'Anschluss (marzo 1938), la questione dei Sudeti (ottobre 1938) e la Conferenza di Monaco, il protettorato di Boemia e Moravia (marzo 1939) sono le tappe che porteranno all'invasione della Polonia (settembre 1939) e allo scoppio della seconda guerra mondiale.
1° settembre 1939 Hitler invade la Polonia. Il 3 settembre Francia e Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania. È l'inizio del secondo conflitto mondiale. In pochi giorni le truppe naziste annientano la resistenza polacca. È la guerra lampo (blitzkrieg). Dopo la Polonia, nel primo anno di guerra, ci saranno la Danimarca, la Norvegia e nella primavera del 1940 la Francia.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale la preparazione dell'Italia è inadeguata. Delle tre Armi soltanto la Marina ha completato i piani di ammodernamento. Nell'esercito i mezzi corrazzati sono scarsissimi. Anche l'equipaggiamento e l'addestramento degli uomini, così come l'organizzazione degli stessi comandi, presentano gravi mancanze. Nonostante questo i travolgenti successi nazisti spinsero Mussolini a dichiarare guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. È il 10 giugno 1940. Le prime battaglie italo-francesi si combattono a Chaberton e Forte del Traverset, mentre le truppe hitleriane invadono Parigi e si giunge all'Armistizio franco-tedesco. Ma non è vera pace, solo la conclusione della prima pagina di una guerra che si rivelerà lunga e tragica. Il racconto è arricchito da materiali di repertorio "restaurati" in alta definizione ed edizioni di grandi documentari provenienti dalle Teche Rai con rare interviste a protagonisti e testimoni ormai scomparsi.
Nell'estate del 1940 Hitler è oramai il padrone incontrastato di mezza Europa, ma c'è ancora un Paese che non ha nessuna intenzione di arrendersi al nazifascismo: la Gran Bretagna. La grande isola sarà sottoposta a massicci bombardamenti, ma saprà resistere. Per gli inglesi la "Battaglia d'Inghilterra" sarà una storica vittoria.
Il 28 ottobre 1940 l'Italia dichiara guerra alla Grecia. Le truppe muovono all'attacco partendo dall'Albania, ma nel giro di pochi giorni l'offensiva sarà bloccata dall'accanita resistenza greca e a metà novembre sarà dato l'ordine di ripiegare. In dicembre l'esercito ellenico contrattacca. L'invasione italiana della Grecia rischia di trasformarsi nella perdita dell'Albania. Mussolini è costretto a chiedere l'aiuto tedesco.
22 giugno 1941 scatta l'operazione Barbarossa: l'invasione nazista dell'Unione Sovietica. Truppe tedesche, appoggiate da truppe finlandesi, romene e ungheresi per un totale di circa 3 milioni di uomini dotati di 10 mila carri attaccano la Russia. Stalin chiamerà il popolo sovietico alla resistenza definendo il nazismo "il nemico peggiore è più perfido".
La storia della guerra italiana in Africa orientale dall'avanzata nel Sudan e nella Somalia britannica (luglio-agosto 1940) alla controffensiva inglese. La caduta di Cheren (marzo 1941) dopo un lungo assedio e una strenua resistenza italiana, la resa con onore delle armi delle truppe comandante dal Duca Amedeo d'Aosta sul massiccio dell'Amba Alagi, la caduta di Gondar ultimo baluardo di resistenza italiana. Alla fine del 1941 si conclude l'avventura coloniale italiana.
7 dicembre 1941, il Giappone con un improvviso attacco alla flotta statunitense di stanza a Pearl Harbor (isole Hawaii) provoca l'ingresso degli USA nel conflitto mondiale. L'11 dicembre le potenze dell'Asse dichiarano guerra agli Stati Uniti.
La storia della guerra italiana (e tedesca) in Africa settentrionale dalla conquista di Sidi Barrani, occupata dal Generale Graziani nel settembre del 1940, alla controffensiva inglese su Tobruk, il ripiegamento italiano, l'arrivo dell'Afrikakorps comandato dal Generale Erwin Rommel, fino alla battaglia di El Alamein e alla sconfitta dell'Asse in Africa settentrionale.
Giugno 1941, Mussolini decide di inviare in Russia il C.S.I.R, Corpo di spedizione italiano in Russia. Circa 60.000 uomini agli ordini del Generale Messe, schierati in Ucraina lungo la linea del fronte attestata sul fiume Dnepr. Nel 1942 Mussolini invia altre truppe sul fronte orientale creando l'A.R.M.I.R, l'Armata Italiana in Russia. Tra il dicembre del 1942 e il gennaio 1943 l'Armata rossa scatena la grande offensiva d'inverno travolgendo l'esercito italiano. Molte divisioni, in particolare la Julia, la Tridentina e la Cuneense, furono completamente accerchiate dai sovietici e dovettero aprirsi la strada della ritirata combattendo. Il bilancio della Campagna di Russia è drammatico: circa 90.000 le vittime italiane tra caduti e dispersi
Estate 1943, la guerra degli italiani è oramai perduta. Le città italiane sono sottoposte a massicci bombardamenti, il paese è al collasso. Dopo aver occupato Pantelleria e Lampedusa, il 9 luglio gli alleati sbarcano in Sicilia. Il 25 luglio, con l'approvazione dell'ordine del giorno Grandi, il Gran Consiglio del Fascismo "sfiducia" Mussolini. Il generale Badoglio è nominato Capo del Governo, mentre il Duce dopo un breve colloquio con il Re è arrestato. Gli italiani festeggiano la caduta del fascismo, ma la guerra "ufficialmente" continua. In realtà il nuovo governo tratta la resa con gli Alleati. L'8 settembre Eisenhower annuncia l'armistizio con l'Italia. Subito dopo, alla radio, Badoglio informa il paese. Gli eventi precipitano. Da giorni truppe tedesche varcano il Brennero pronte ad occupare la penisola, la casa reale e Badoglio lasciano Roma e si trasferiscono a Brindisi. L'esercito italiano si sbanda. Alcuni reparti resistono, ma alla fine devono arrendersi ai nazisti. Il 10 settembre i tedeschi occupano Roma anche se Kesserling mantiene per la capitale lo stato di "Città aperta". Divisa e spezzata l'Italia dell'autunno 1943 è oramai un campo di battaglia.
Lo sterminio nazista degli ebrei durante il secondo conflitto mondiale. Circa sei milioni di ebrei, due terzi (ca.) degli ebrei europei, furono sistematicamente uccisi tra il 1939 e il 1945 dalla Germania nazista. La maggioranza morì nei campi di concentramento e di sterminio costruiti dai nazisti soprattutto in Europa orientale nei territori occupati dal Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale. Tra questi Mauthausen, Bergen Belsen, Dachau, Treblinka e Auschwitz.
12 settembre 1943, con un blitz aereo, i tedeschi liberano Mussolini dalla prigione di Campo Imperatore sul Gran Sasso. Il Duce è immediatamente condotto da Hitler e il 18 settembre, da Radio Monaco, annuncia la costituzione del Partito Fascista Repubblicano e di un "stato" nelle regioni d'Italia occupate dai nazisti. È l'ultima pagina del fascismo, nasce la Repubblica Sociale Italiana.
Resistere sotto le bombe e nei rifugi, come nel cuore della notte durante i raid aerei, resistere in fabbrica, come negli scioperi del marzo 1943, resistere in città, come nelle quattro giornate di Napoli, resistere in montagna, come i partigiani durante i rastrellamenti nazifascisti. E' una storia di operai e fabbriche, di donne e uomini, di coraggio e grandi ideali. Il programma è arricchito da immagini con materiali di repertorio "restaurati" in alta definizione e da edizioni di grandi documentari provenienti dalle Teche Rai con interviste a protagonisti e testimoni ormai scomparsi.
Nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944 scatta l'Operazione Ovelord: lo sbarco alleato in Normandia. Si tratta di un gigantesco piano d'invasione dell'Europa nord-occidentale: circa 3 milioni di uomini, 1200 navi da guerra, 6.500 mezzi anfibi e 13.000 aerei. È il D-Day, la Germania nazista ha le ore contate. Un'operazione cruciale per le sorti del secondo conflitto mondiale.
Dopo l'8 settembre 1943 furono catturati circa 800.000 soldati italiani. Di questi oltre 650.000 furono deportati nei lager tedeschi. La grande maggioranza preferì e scelse la prigionia nei campi di Hitler piuttosto che il passaggio dalla parte nazifascista. La denominazione di Internati Militari Italiani (I.M.I) - voluta da Hitler - fu un modo crudele per sottrarre i soldati italiani alle norme della Convenzione di Ginevra, per costringerli al lavoro manuale, e per risolvere la contraddizione di trattare come prigionieri i militari di uno "stato" alleato (Repubblica Sociale Italiana).
L'ideologia, la propaganda e la guerra totale. Una guerra condotta fino all'ultimo e con qualsiasi mezzo. Per Hitler il popolo tedesco deve resistere fino alla vittoria, ma nel 1944 la guerra per la Germania nazista è oramai perduta. È in questo contesto che un gruppo di alti ufficiali - tra cui il colonnello Klaus Von Stauffenberg – e borghesi di orientamento sia conservatore che socialista progetta un attentato a Hitler. Il 20 luglio 1944 una bomba esplode nella Wolfsschanze, la Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler. Il Fuhrer si salva e ordina una spietata repressione. La guerra totale può andare avanti.
Dopo lo sbarco in Sicilia, il 25 luglio e l'8 settembre 1943, gli alleati risalgono lentamente la penisola. I tedeschi combattono accanitamente, tentando in ogni modo di frenare l'avanzata alleata. È la storia della lunga campagna d'Italia: le strategie militari, gli sbarramenti difensivi (le linea Gustav e la linea Gotica), le grandi battaglie e la liberazione delle città italiane.
Tra la fine del 1944 e la primavera del 1945 i tedeschi consumarono fino in fondo la loro tragedia nazionale. Sottoposta a massicci bombardamenti, volti a spargere il terrore e a fiaccare il morale oltre che a distruggere le industrie, la Germania resistette ostinatamente. Alla fine di gennaio (1945) il Maresciallo sovietico Zukov iniziò l'invasione della Germania. Il 13 aprile Vienna fu occupata. Pochi giorni dopo, il 19 aprile, iniziò la battaglia di Berlino. Il 7 maggio 1945 – dopo il suicidio di Hitler (30 aprile) – i tedeschi firmarono la resa incondizionata.
Dopo la resa della Germania, in armi resta il Giappone che non ha nessuna intenzione di capitolare. Per piegare la resistenza nipponica, il nuovo presidente degli Stati Uniti Harry Truman, succeduto a Roosevelt, morto il 12 aprile 1945, decide allora di utilizzare la bomba atomica sperimentata nel deserto del Nevada. Il 6 agosto 1945 gli americani sganciano la bomba su Hiroshima. La città fu rasa al suolo, morirono più di 90.000 persone. Il 9 agosto una seconda bomba fu sganciata su Nagasaki. Ancora un'ecatombe. Il 2 settembre 1945 il Giappone firma la resa incondizionata. È la fine della seconda guerra mondiale.