Finale Ligure, 2 anni dopo. Rosy in realtà non è morta nell'esplosione della pompa di benzina a Catania il 29 maggio 2015[1] e ha cambiato vita: si è trasferita a Varigotti (frazione di Finale Ligure nel savonese) dove sotto l'identità di Claudia Lodato (in onore dell'amica-nemica Claudia Mares deceduta anni prima), lavora come cassiera in un supermercato ed è fidanzata da un anno con Francesco, uomo premuroso e affidabile che la ama senza conoscere la sua vera identità. Un giorno, dopo il lavoro viene fermata nel parcheggio aziendale da due mafiosi, i fratelli Mirko e Stefano Sciarra (questo lavorava presso un'azienda agricola a Borghetto Santo Spirito), che le dicono di avere qualcosa di "molto intimo" per lei. Rosy riesce a scappare e torna dal fidanzato come se nulla fosse ma rimane sconvolta quando visiona il contenuto di una penna USB che i due avevano lasciato nella sua macchina: si vede un bambino di nome Leonardo giocare a palla con i suoi amici. Filippo De Silva, dopo aver controllato la tomba di Leonardo su richiesta proprio di Rosy, incontra quest'ultima e le racconta che lì in realtà c'è il corpo di un altro bambino. Rosy ha una nuova ragione per tornare a lottare e per riavere suo figlio decide di aiutare gli Sciarra a recuperare, con il gommone di proprietà del cantiere per cui lavora il fidanzato, alcune casse di droga al largo della costa che verranno successivamente messe sul mercato nero. Inventandosi un weekend di relax in una SPA a Dolceacqua con l'amica e collega Serena, accompagnata dai due fratelli mafiosi si reca al Casinò di Sanremo dove adesca Simon, figlio del boss del Clan dei marsigliesi Jean Bastelica, al quale chiede di poter trattare direttamente col padre. L'appuntamento è fissato a Monte Carlo dove Rosy e Bastelica stringono un accordo per importare la droga in Italia dalla Colombia a scapito del boss messinese Nuzzo Santagata, raggirato dagli Sciarra. Intanto Luca Bonaccorso, vicequestore di polizia e migliore amico di