La condizione di figlio è la condizione costitutiva di ciascun vivente. Nella straziante lettera che Giacomo Leopardi scrisse al padre Monaldo, qui letta da Alessio Boni, un figlio si rivolge al padre, volendo mettere in discussione quel piano di famiglia, cioè quei progetti famigliari e paterni sulla sua esistenza che lo hanno condizionato e gli hanno impedito di essere ciò che avrebbe desiderato essere. All'origine, nel primo tempo della sua esistenza, il bambino non ha soltanto bisogno del seno, ma anche del segno, cioè dell'amore e del linguaggio amoroso della madre e del padre. In assenza di ciò, il bambino non è in grado di sviluppare un linguaggio e un rapporto col mondo in generale. Il secondo tempo della vita del figlio è l'adolescenza, la giovinezza. Esigenza di viaggio, spazi aperti, sperimentazione, di libertà. Quello stesso desiderio incarnato dal protagonista di una scena della celebre pellicola "Billy Elliott", riproposta nella puntata. L'essenza del figlio si mostra anche in un celebre racconto biblico, quello del figliol prodigo, e nelle pagine di "Nemesi" di Philip Roth, interpretate sempre da Alessio Boni. E qual è il senso profondo dell'eredità che ci viene trasmessa dai nostri genitori? Ne parla, in un'intervista, la chef Antonia Klugmann.
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Massimo Recalcati | Writer |