E il 21 agosto 1994, è domenica mattina e la famiglia Foresto sta andando a Sacile, un piccolo paesino in provincia di Pordenone in Friuli Venezia Giulia, famoso per uno degli eventi più noti della regione: la sagra degli osei. Qui ha inizio la storia di Unabomber.
Nell'estate del 1996 le spiagge italiane diventano l'obiettivo del sadismo di Unabomber. Mentre sul caso si allunga l'ombra del terrorismo internazionale emerge il primo vero sospettato.
Dopo quattro anni di silenzio Unabomber ritorna e il terrore questa volta entra nelle case di tutti gli italiani. Gli ordigni sempre più sofisticati vengono inseriti in prodotti alimentari e lasciati dentro ai supermercati. Ma forse ha commesso un errore. Oggi, a distanza di vent'anni, un reperto dimenticato potrebbe riaprire il caso.
L'attentato al cimitero di Motta di Livenza, la Nutella, il piccolo Claudio e infine la bomba di Natale turbano profondamente un'opinione pubblica già stremata. Gli obiettivi sono sacri: bambini e chiesa. La gente è esausta, è da più di otto anni che gli ordigni di Unabomber colpiscono queste zone. Tutti non fanno che chiedersi: prima o poi ucciderà qualcuno? Un bambino?...
Dopo l'attentato sconvolgente alla piccola Francesca Girardi, il Ministero degli Interni decide di formare un superpool che coordini le indagini delle quattro procure coinvolte. La creazione di un database fornisce finalmente una lista di poche decine di sospettati. Unabomber, intanto, continua a colpire obiettivi religiosi.
Le bombe continuano a esplodere, ma gli inquirenti, per la prima volta dal 1994, credono di avere tra le mani gli indizi giusti per provare a incastrare il sospettato numero uno: l'ing. di Azzano Decimo Elvo Zornitta.
Mentre gli inquirenti continuano a dare la caccia all'attentatore emerge una prova schiacciante che condannerebbe Elvo Zornitta. Ma proprio quando l'ingegnere si trova con le spalle al muro, un clamoroso colpo di scena rovescia completamente la situazione. Il destino del caso Unabomber dipende da 0.2mm.
Dopo quasi 14 anni la Procura di Trieste decide di riaprire ufficialmente le indagini. Una nuova speranza custodita nel codice genetico potenzialmente nascosto in 10 reperti recuperati dagli ordigni di Unabomber.