Un appuntamento con gli aspetti poco noti del Ventennio fascista, introdotti e commentati da Paolo Mieli. Chi lo avrebbe mai detto che la dittatura fascista fondasse il suo potere non solo sulla abolizione della libertà di stampa e sulla repressione poliziesca ma addirittura sul controllo capillare della vita sessuale degli italiani? La puntata presenta un documentario dedicato a uno degli aspetti meno noti del Ventennio: "Gli amori proibiti" di Enzo Antonio Cicchino. L'Ovra ha spie nei bordelli, alberghi, palazzi, tra collaboratori ed amici dei gerarchi. Il letto è il campo di battaglia preferito per eliminare avversari. Un ventennio di ricatti: gerarca contro gerarca, amante contro amante. E l'accusa di omosessualità come arma politica. Una vera macchina del fango che sporcherà addirittura anche due forse troppo solerti segretari del partito come Augusto Turati e Giovanni Giuriati. Ma è anche il Principe Umberto ad essere tacciato della più vergognosa, durante il fascismo, accusa: l'omofilia. Si è detto sesso, ma si racconterà anche di soldi. "I denari", secondo documentario della serata, sempre di Enzo Antonio Cicchino, vuol sfatare un luogo comune: ovvero che il Fascismo è stata sì una dittatura, ma che almeno i fascisti non hanno mai rubato. Invece non è così. Mussolini non fa in tempo a prendere il potere che la corruzione già dilaga: speculazioni, truffe, arricchimenti improvvisi, carriere strepitose e inspiegabili. Gerarchi, generali, la figlia Edda e il genero Galeazzo Ciano, fino a Mussolini stesso: nessuno sembra rimanerne immune.