Nella primavera del 1946 viene presentato un minuscolo e stravagante veicolo a due ruote. Un piccolo sgorbio rotondo che obbedisce alla legge della praticità ed ha l’ambizioso obiettivo di colmare il divario tra la bicicletta e l’automobile. Il motore dietro è sigillato dentro un cofano che sembra una mela tonda, la ruota anteriore è coperta da un aerodinamico parafango sormontato dal fanale, i paragambe sono ampi con una larga pedana, il cambio è a mano e il gas a manopola, il sellino può ospitare anche un passeggero. Pesa 60 chili, va a miscela al 5% e ha dentro un motore da 98cc. che diventeranno ben presto 125. Progettata dall’ingegner Corradino D’Ascanio, inizialmente doveva chiamarsi Paperino ma Enrico Piaggio, vedendola, disse: “Sembra una vespa”. E Vespa sarà: 80mila lire per un sogno di libertà a 60 chilometri orari. La Vespa è un’incognita tutta da scoprire. “Bisognerà farci l’abitudine”, commenta la gente. “Sembra proprio una vespa”. “Chissà se avrà fortuna?”. All’inizio dunque l’accoglienza è incerta, ma dopo un breve rodaggio scoppia il boom. L’Italia riparte in Vespa, si “vespizza”, e pochi mesi più tardi, a conferma del successo dello scooter, nascerà la Lambretta. APPROFONDIMENTO Lo scooter più famoso del mondo, la Vespa Piaggio, nasce dalle macerie della guerra grazie al fortunato incontro di un abile imprenditore, Enrico Piaggio, e di un geniale progettista, Corradino D'Ascanio, e diventa un mito lungo mezzo secolo, che attraversa la storia del nostro paese segnandone il costume e diffondendo la sua immagine nel mondo. - L'Italia del dopoguerra L'Italia del dopoguerra è un paese allo stremo delle forze; manca il lavoro, scarseggiano i beni di prima necessità, l'economia è nelle mani del mercato nero. Gran parte delle strade, delle linee ferroviarie e dei ponti sono interrotti quando non sono distrutti. Ma la guerra è finita e con essa lo spettro dei bombardamenti, dunque si può ricom