Miserabili è un racconto in forma di ballata, composto in quadri per raccontare il cambiamento della società italiana a partire dagli anni ’80. In questo senso è anche la prosecuzione del percorso degli Album, una sorta di autobiografia collettiva di certi italiani. L’argomento centrale è l’economia, l’intreccio di “macro” e “micro”, le ricette e le delusioni del passato recente che sconfina nel presente. E si ragiona ad alta voce e senza pregiudizi sull’influenza crescente delle regole (e dell’assenza di regole) di mercato sul nostro modo di immaginare il futuro senza progettarlo, di vivere il presente, di rimuovere la memoria. Margaret Thatcher è la co-protagonista dello spettacolo, in un dialogo immaginario con Nicola, alterego di Paolini che ritroviamo dagli Album. L’ex premier inglese diventa, infatti, il simbolo vivente del mutamento della società. La data e il luogo scelti per questa diretta televisiva non sono casuali. A vent’anni dalla caduta del muro di Berlino, Paolini ha scelto una frontiera, quella del porto di Taranto, cancello di ingresso di merci dal mercato asiatico all’Europa e viceversa. Per ricordare come il mercato non abbia cambiato solo il mondo comunista di oltre cortina, ma anche la società in cui viviamo.