La tranquilla vita di campagna del borgo di Rocca Ripesena, frazione di Orvieto, scorre immutata, senza essere turbata dai fuochi della seconda guerra mondiale, di cui arrivano solo echi di lontani bombardamenti e gli unici segni visibili di quanto sta accadendo sono i minacciosi bandi diffusi dal segretario politico locale e la presenza di un singolo soldato tedesco, il bonario Hans, a presidiare la linea telefonica.
Tipico rappresentante di questa pacifica comunità è zio Tigna, contadino dai modi burberi ma di buon cuore che, nell'attesa rassegnata che presto o tardi vengano infine deposte le armi e si smetta di versare sangue inutilmente, si dedica con la massima cura ai suoi campi e alle sue bestie, insieme all'anziano padre, alla moglie Corinna e ai nipoti Silvia e Citto. Della famiglia fa parte a suo modo anche il giovane Franco, sfuggito all'arruolamento, che zio Tigna, malgrado i continui rimproveri, considera alla stregua d'un figlio.
La loro vita entra però direttamente in contatto con la guerra quando Silvia e Citto si imbattono nel bosco in due soldati americani fuggiti da un campo di prigionia tedesco. In un primo momento i ragazzini si limitano a procurare cibo e vestiti ai fuggiaschi, poi arrivano a nasconderli nel fienile, poiché uno dei due, il nero Joe, è ferito. Zio Tigna ben presto lo scopre ma, pur rischiando la fucilazione, offre loro riparo e cure, con l'aiuto del medico del paese, che si tiene in contatto con la Resistenza locale.
Una sera, la visita inaspettata di Hans costringe zio Tigna ad accogliere lo sgradito ospite, nonostante il pericolo che venga scoperta la presenza degli americani. Il tedesco approfitta dell'ospitalità, servendosi generosamente del vino che gli viene offerto e ritrovandosi presto ubriaco ma, nel contempo, anche Joe, nascosto in cantina, si serve con altrettanta abbondanza dalle botti e viene preso da un'incontrollabile ebbrezza che gli fa abbandonare il nascondiglio e irrompere in piena vista. Fra l'incred
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