There is no painter in the world both more famous and less known than Edvard Munch. The debt contemporary culture has towards Munch is impressive, from Andy Warhol to Ingmar Bergman, from Marina Abramovich to Jasper Johns. If his painting has become a symbol and at the same time an omen of the tragedies of the twentieth century, his art has travelled new and experimental roads of extraordinary modernity. Today, however, it is his city, Oslo, which sets a turning point for the knowledge of Munch: the birth of a new museum opened in Fall 2021. The documentary will start from there to shed light on a man and an artist with singular charm, a precursor and a master.
Non esiste al mondo pittore più celebre, eppure meno conosciuto di Edvard Munch. Se il suo "Urlo" è diventato un'icona dei nostri tempi, il resto della sua produzione non è altretanto famoso. Ora invece ad Oslo, il nuovo Museo MUNCH - inaugurato nell'ottobre 2021 - è uno spettacolare grattacielo, pensato per ospitare l'immenso lascito del pittore alla sua città: 28.000 opere d'arte tra cui dipinti, stampe, disegni, quaderni di appunti, schizzi, fotografie ed esperimenti cinematografici. Il docufilm si impegna a gettare nuova luce su Edvard Munch, un uomo dal fascino profondo e misterioso, un precursore e un maestro per tutti coloro che vennero dopo di lui. Allo stesso tempo, è anche un viaggio attraverso la Norvegia di Munch, alla ricerca delle radici e dell'identità di un artista universale per provare a interrogarci sul tema principale del suo multiforme lavoro: la sua idea del Tempo.
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