Giovanni Episcopo è un modesto impiegato d'archivio che vive sereno e felice, dividendo la sua vita tra il lavoro e la camera in cui vive a pensione presso una modesta famiglia. Una sera esce ed incontra dei colleghi più giovani di lui che lo trascinano in un caffè-concerto, dove, in maniera rocambolesca, fa conoscenza di Giulio Wanzer, un avventuriero che vive di espedienti e aspira con tali mezzi a un salto sociale. L'incontro con Wanzer stravolge la sua vita: l'avventuriero, venuto a conoscenza dell'ammontare dei suoi risparmi, lo spinge ad abbandonare il suo modesto menage, facendolo trasferire in una pensione frequentata da persone equivoche. Nella pensione lavora Ginevra, un'avvenente "servetta" dai facili costumi, che, corteggiata da tutti, vagheggia la fuga con Wanzer, in perenne attesa di un colpaccio decisivo. L'ambiguo atteggiamento di Ginevra nei suoi confronti, favorito dalle ruffianerie messe in atto da Wanzer e da altri frequentatori della pensione (tra cui il fatuo Doberti), fa innamorare Episcopo, che si trova pienamente coinvolto nelle "trappole psicologiche" tese da Wanzer. Si apre nella sua vita una nuova e dispendiosa parentesi, che inizierà a minarne la consistenza delle sostanze e a intaccarne la reputazione sul lavoro. Wanzer, caduto temporaneamente in disgrazia per un rovescio, è ricercato dalle forze dell'ordine e costretto alla fuga in Argentina. Ginevra, rimasta sola, fugge dalla pensione e raggiunge la sorella a Tivoli, dove viene rintracciata da Episcopo, alla cui proposta di matrimonio ella acconsente. Inizia così una parentesi familiare la cui apparente tranquillità non durerà però a lungo. La disinibita disinvoltura della insoddisfatta Ginevra si manifesta durante i festeggiamenti della notte di Capodanno di inizio Novecento, che ella trascorre per le vie di Roma con Doberti. Episcopo, consapevole del comportamento infedele, attende in casa il ritorno della moglie, deciso a una resa dei conti a cui non saprà risolversi: o
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